lunedì 25 settembre 2017

LA BIOEDILIZIA PUO' SALVARE IL PIANETA

 

 

  La necessità di denitrificare terreni contaminati e ridurre l'effetto serra deve diventare una priorità per contrastare il cambio climatico.

Questa duplice necessità può essere assolta da alcune piante particolari (bambù e canapa) che trovano largo impiego in bioedilizia e in migliaia di applicazioni industriali. 

 

La Sardegna  si avvia a diventare una discarica nazionale, quando si sente vieppiù la necessità di bonificare vaste aeree contaminate sottratte al comparto agropastorale.

 

Qualcuno ha proposto di destinare le terre incolte agli immigrati. Bene, che inizi a creare le condizioni per un utilizzo proficuo di terreni marginali, inquinati e devastati dagli incendi.


La fermentazione oscura   abbinata alla coltivazione di bambù gigante consentirebbe di ridurre il ricorso ai fossili, denitrificare i suoli contaminati, ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera, aumentare l'assorbimento di CO2 da parte della vegetazione, ridurre la deforestazione e creare un volano economico a vantaggio dell'intera comunità.

 Il processo produttivo ipotizzato (fermentazione oscura) utilizza il bioidrogeno  al posto dei combustibili fossili consentendo un’importante riduzione di emissioni di CO2. Un ettaro di bambù può fissare 8,86 tonnellate di C / anno nel suolo e nei prodotti durevoli, equivalente a 31,5 tonnellate di CO2. Combinato con la FO di 18,75 tonnellate di FORSU (Frazione Organica di Rifiuti Solidi Urbani), la coltivazione di bambù può risparmiare fino a 142 tonnellate di emissioni di CO2 / anno se la si compara con il conferimento in discarica di FORSU.


La quantità di CO2 che la natura emette (da oceani e vegetazione) è bilanciata dal naturale assorbimento (ancora da oceani e vegetazione). Lo sconvolgimento delle emissioni da parte dell’uomo ha dato luogo a concentrazioni di CO2 mai viste negli ultimi 800mila anni. L’azione dell’uomo genera emissioni nell’atmosfera per 26 Gt (miliardi di tonnellate) di CO2 all’anno e l’aumento di concentrazione della CO2 in atmosfera equivale a 15 Gt per anno.


Le piante assorbono circa 450 Gt/anno e l’oceano 338 Gt/anno. Ciò fa sì che il bilancio della CO2 atmosferica è pressoché in equilibrio. Le emissioni di CO2 da parte dell’uomo alterano l’equilibrio naturale.

Il protocollo di Kyoto persegue l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 nell'ambiente ma, se non si provvede contemporaneamente a ridurre drasticamente la deforestazione, contrastare gli incendi boschivi e riforestare le aree devastate, non riusciremo mai a riequilibrare l'ambiente.

Quest'estate in Italia circa 80mila ettari di boschi e macchia mediterranea sono  andati distrutti dagli incendi.


Se il legno pregiato potesse essere sostituito da un materiale ricavato da piante di rapida crescita, i boschi tropicali soffrirebbero una minore pressione antropica e avrebbero il tempo necessario (decadi) per rigenerarsi.

 In Italia, la coltivazione in zone marginali, improduttive e a rischio di dissesto idrogeologico o contaminate, con l’obiettivo di assorbire CO2 e nitrati zootecnici è perfettamente fattibile. La coltivazione massiva di bambù in Europa  rappresenterebbe una valida opportunità capace nel contempo di riattivare l’economia con nuova occupazione, denitrificare suoli contaminati e assorbire CO2 atmosferico.

Un'altra specie vegetale utile a decontaminare suoli inquinati è la canapa .  Anche  la canapa è infatti utilizzata nel recupero ambientale essendo in grado di assorbire grandi quantità di metalli pesanti, un problema particolarmente sentito soprattutto nei siti industriali del Sulcis e nell'area di Quirra.

In Puglia il M5S ha istituito la "Banca della terra di Puglia" a corollario della legge per la  promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi ed ambientali.

Entrambe le colture trovano un larghissimo impiego industriale e il loro utilizzo in bioedilizia potrà creare un indotto anche a livello artigianale che potrebbe essere determinante per una concreta ripresa economica.

Dal bambù gigante infatti si ricavano pannelli e travi lamellari utilizzati come struttura portante, mentre dalla canapa si ottengono pannelli isolanti fonoassorbenti, manufatti prefabbricati, biomattoni di calce e canapa e malte per intonaci. 

Entrambe le specie sono utilizzate anche in campo alimentare e il bambù può anche sostituire egregiamente la fibra di carbonio.

A partire dal 2020 le normative UE prevedono che gli edifici siano costruiti a norma NZEB ,
 o casa passiva.

Questa norma produrrà necessariamente una rivoluzione nei concetti costruttivi e nell'utilizzo dei materiali edili. Il legno e suoi derivati, le lane, la canapa e i derivati delle nanoteconologie sono gli unici materiali che potranno assicurare a costi accessibili i valori minimi di trasmittanza termica imposti dalla normativa.





 Biocostruttori Riuniti
www.sardabioedil.com

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