Colpa del clima impazzito, del
riscaldamento globale o della casa abusiva ?
Chi sostiene che, quando si
verifica una frana che travolge un intero quartiere, anziché parlare
di dissesto idrogeologico incolpa i cittadini e gli amministratori
locali dicendo che quel quartiere non doveva essere lì? Naturalmente
non è dato sapere dove avrebbe dovuto essere. Che facciamo, abbattiamo le case degli olandesi che hanno costruito sotto il livello del mare?
Chi passa la propria
esistenza a pontificare sul riscaldamento globale, sull'elettrosmog,
OGM e polveri sottili?
L'ultima sparata arriva
dall'UE che rimprovera non si sa chi asserendo che mezzo milione di
europei muoiono ogni anno a causa dello smog. Avete mai visto un
referto medico che attribuisce allo smog la causa di morte? Non lo
vedrete mai !
Chi passa la propria
esistenza e fa carriera in politica dicendo sempre no a centrali
nucleari, TAV, TAP e infrastrutture indispensabili come la
manutenzione degli alvei dei fiumi, al controfuoco per domare gli incendi, e a livello locale s'incazzano
come vipere se osi aprire un passo carraio?
Gli appartenenti a questa
razza di decerebrati si fanno chiamare AMBIENTALISTI.
Negli utimi trent'anni ci
hanno riempito la testa di scempiaggini sostenendo, ad esempio, che
per proteggere i tetti dal carico di neve non bisogna costruire tetti
inclinati e ben calcolati, ma adoperarsi in tutte le maniere
possibili per impedire che nevichi e contenere il riscaldamento
globale entro 2 gradi.
Tutto iniziò con la
finanziaria di Prodi del 2007 che sottrasse 200 miliardi alla cura
degli argini dei fiumi. Si è continuato con divieti e paletti
burocratici che passano col nome di valutazione dell'impatto
ambientale, licenza paesaggistica e deferimento alla magistratura dei
sindaci che si azzardano a ripulire un torrente trasformato in
discarica.
L'ingegner Condorelli,
direttore dell’Aipo (l’agenzia per il Po), rispondendo alla
domanda di un giornalista de La Stampa (da cui copio e incollo la
risposta) che gli chiedeva come mai non avesse appaltato i lavori di
rimozione dei detriti dai fiumi Tanaro e Bormida, ebbe a rispondere:
«Eh già, l’abbiamo fatto due anni fa per portare
via dal Tanaro centomila metri cubi di detriti. Due imprese
partecipanti al bando: una abbandonò subito per un errore nella
domanda, l’altra ha rinunciato in questi giorni. Sa, dopo due anni
s’è stufata».
In effetti. Ma è possibile metterci
così tanto tempo?
«Guardi, prima s’è dovuto fare il progetto, poi
attendere il Via, cioè la valutazione d’impatto ambientale, quindi
la licenza paesaggistica. Adesso la ditta doveva firmare la
concessione con la Regione, circa 390 mila euro di canone (il
«materiale litoide» viene ceduto a 3,90 euro al metro cubo; ndr),
ma si è tirata indietro».
E così?«A farlo noi quel lavoro ci costa tre milioni, soldi non ne abbiamo. Ho scritto in Regione perché mi dicano come procedere. Certo che se si rifà il bando daccapo...»
Ci vogliono altri due anni.
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