martedì 6 novembre 2018

PERCHE' NON SI DRAGANO I FIUMI ?



Colpa del clima impazzito, del riscaldamento globale o della casa abusiva ?

Chi sostiene che, quando si verifica una frana che travolge un intero quartiere, anziché parlare di dissesto idrogeologico incolpa i cittadini e gli amministratori locali dicendo che quel quartiere non doveva essere lì? Naturalmente non è dato sapere dove avrebbe dovuto essere. Che facciamo, abbattiamo le case degli olandesi che hanno costruito sotto il livello del mare?

Chi passa la propria esistenza a pontificare sul riscaldamento globale, sull'elettrosmog, OGM e polveri sottili?
L'ultima sparata arriva dall'UE che rimprovera non si sa chi asserendo che mezzo milione di europei muoiono ogni anno a causa dello smog. Avete mai visto un referto medico che attribuisce allo smog la causa di morte? Non lo vedrete mai !

Chi passa la propria esistenza e fa carriera in politica dicendo sempre no a centrali nucleari, TAV, TAP e infrastrutture indispensabili come la manutenzione degli alvei dei fiumi, al controfuoco per domare gli incendi, e a livello locale s'incazzano come vipere se osi aprire un passo carraio?

Gli appartenenti a questa razza di decerebrati si fanno chiamare AMBIENTALISTI.

Negli utimi trent'anni ci hanno riempito la testa di scempiaggini sostenendo, ad esempio, che per proteggere i tetti dal carico di neve non bisogna costruire tetti inclinati e ben calcolati, ma adoperarsi in tutte le maniere possibili per impedire che nevichi e contenere il riscaldamento globale entro 2 gradi.

Tutto iniziò con la finanziaria di Prodi del 2007 che sottrasse 200 miliardi alla cura degli argini dei fiumi. Si è continuato con divieti e paletti burocratici che passano col nome di valutazione dell'impatto ambientale, licenza paesaggistica e deferimento alla magistratura dei sindaci che si azzardano a ripulire un torrente trasformato in discarica.

L'ingegner Condorelli, direttore dell’Aipo (l’agenzia per il Po), rispondendo alla domanda di un giornalista de La Stampa (da cui copio e incollo la risposta) che gli chiedeva come mai non avesse appaltato i lavori di rimozione dei detriti dai fiumi Tanaro e Bormida, ebbe a rispondere:

«Eh già, l’abbiamo fatto due anni fa per portare via dal Tanaro centomila metri cubi di detriti. Due imprese partecipanti al bando: una abbandonò subito per un errore nella domanda, l’altra ha rinunciato in questi giorni. Sa, dopo due anni s’è stufata».
In effetti. Ma è possibile metterci così tanto tempo?

«Guardi, prima s’è dovuto fare il progetto, poi attendere il Via, cioè la valutazione d’impatto ambientale, quindi la licenza paesaggistica. Adesso la ditta doveva firmare la concessione con la Regione, circa 390 mila euro di canone (il «materiale litoide» viene ceduto a 3,90 euro al metro cubo; ndr), ma si è tirata indietro».
E così?
«A farlo noi quel lavoro ci costa tre milioni, soldi non ne abbiamo. Ho scritto in Regione perché mi dicano come procedere. Certo che se si rifà il bando daccapo...»
Ci vogliono altri due anni.

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